“Innovare” è la parola d’ordine per avere successo sul mercato, ma è anche molto abusata. Tantissime persone e aziende si definiscono innovatori, ma quanti di questi lasciano il segno, portando alla disruption, cioè stravolgendo un settore o un modello di business? A ben vedere, sono pochissimi. Sia chiaro: portare innovazione non significa necessariamente essere emuli di Elon Musk e puntare (letteralmente nel suo caso) allo spazio. L’obiettivo dell’innovazione è quello di migliorare i prodotti e i servizi: abbattere del 30% i consumi di un macchinario, o incrementare l’efficienza di un processo, sono a tutti gli effetti innovazioni chiave, che permettono di ridurre i costi e le emissioni di CO2. Ma come si fa a innovare? Aspettare che ci si accenda una lampadina in testa, che arrivi il colpo di genio, è sicuramente l’approccio meno efficace. Ci sono però delle metodologie che permettono di stimolare il processo creativo, incrementando le chance di portare innovazione in azienda: una delle principali è il design thinking.

Cosa è il design thinking?

Il design thinking è un modello progettuale che è stato codificato negli anni 2000 dall’Università di Stanford, anche se già dagli anni 60 sono stati suggeriti modelli che si avvicinano a questa filosofia. Il design thinking è un processo di sviluppo iterativo e non lineare che mette al centro le persone e le loro capacità e viene considerato particolarmente efficace per risolvere problemi particolarmente complessi e richiede un cambiamento di approccio. Il focus è sull’identificare i reali problemi del cliente e trovare soluzioni creative per superarli.

Il processo di design thinking proposto da Stanford è suddiviso in cinque fasi:

  1. Identificazione del problema (Empathize)
  2. Identificazione del contesto (Define)
  3. Analisi e ricerca opportunità (Ideate)
  4. Ideazione, prototipazione, test e validazione (Prototype)
  5. Realizzazione del progetto (Test)

Rispetto ad altre filosofie, come l’approccio Lean Six Sigma, ha una grande differenza: Lean Six Sigma è un metodo procedurale per l’ottimizzazione continua, che mira a ottimizzare costantemente così da portare sempre più efficienza, ed è particolarmente utile in ambienti come fabbriche o centri logistici. Design Thinking, al contrario, non si pone l’obiettivo di portare miglioramenti continui, ma di stravolgere un processo o un prodotto per innovare in maniera radicale. Non mancano punti comuni però fra le due filosofie, in particolare nel rapporto col cliente. In entrambi i casi, infatti, l’idea è quella di interagire direttamente con il cliente per comprendere a fondo il suo problema e individuare così la soluzione più adatta alle sue esigenze.

Perché adottare il design thinking?

Il concetto di design thinking è applicabile a qualsiasi tipo di problema: organizzativo, strategico, tecnologico. L’approccio è di tipo Agile, e quindi richiede una sperimentazione continua, che passa dalla prototipazione rapida di soluzioni. Come dicevamo, al centro ci sono le persone. I clienti, prima di tutto, ma anche tutte le persone coinvolte nel processo, quelle che porteranno idee, spunti e soluzioni che contribuiranno alla soluzione del problema, soluzioni che devono soddisfare tre attributi: gradimento (del mercato o del cliente), fattibilità, sostenibilità economica.

SAP e design thinking

Il design thinking non è solo uno degli approcci per creare innovazione di SAP: è il cardine del metodo adottato dalla multinazionale per supportare i suoi clienti. Come spiega l’azienda, infatti, “l’innovazione si può ottenere solo se è desiderata dalle persone, economicamente conveniente e tecnicamente realizzabile”. La metodologia design thinking risponde proprio a queste necessità e SAP la sfrutta col suo centro di eccellenza AppHaus, dove si trasformano i dati di business in valore per i clienti. Non è però l’unico approccio su cui fa leva. Il design thinking viene applicato quando è necessario risolvere problemi specifici, anche ripensando completamente al modo in cui vengono affrontati allo stato attuale. Quando invece si tratta di ottimizzare e scalare soluzioni, SAP suggerisce di affidarsi ai metodi di Architecture Thinking, più adatti allo scopo ma sempre incentrati sul medesimo aspetto chiave: il focus sulle persone.

Il design thinking è una filosofia di sviluppo che fa leva sulle persone e le loro competenze per trovare soluzioni innovative a problemi complessi.

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